Rossano: Scuola, Nicola Gratteri: è diventata un progettificio
Il magistrato: ho sempre rifiutato candidature
Rossano evento rotary - il procuratore con gli
studenti
-
Con una
scuola diventata definitivamente un progettificio, violentata da scelte
politiche nazionali errate, fatte da tutti i governi, senza più attenzione alla
didattica, con insegnanti visti e trattati come degli sfigati e sotto la cappa
quotidiana di trasmissioni spazzatura, ci ritroviamo oggi con studenti, adulti
e professionisti che ignorano la storia, la geografia e la lingua italiana. Con
più conoscenze forse, ma con meno cultura. Come concorrere con il ricatto delle
raccomandazioni? Con lo studio, quello costante e duraturo. Perché non conviene
diventare ‘ndranghetisti? Perché solo i capi sono ricchi. Tutti gli altri, se
restano vivi, sono destinati a fare i garzoni, braccati a vita. L’Università?
Meglio lasciarla se non si supera il 20. Carriera politica? Sono più utile da
magistrato, non saprei fare lo schiaccia-bottoni a comando.
E’, in sintesi, quanto ha
ribadito, Nicola GRATTERI, procuratore aggiunto della Direzione Investigativa
Antimafia (DIA)di Reggio Calabria, rivolgendosi stamani (venerdì 19
aprile) all’affollatissima platea di studenti degli istituti superiori, nella
Sala Rossa di Palazzo San Bernardino, nel centro storico di Rossano L’iniziativa
è stata promossa dal Club Rotary International Corigliano – Rossano – Sybaris
in occasione della 41esima edizione del Premio Fortunato BRUNO.
GRATTERI inizia a parlare agli studenti, guardandoli negli occhi.
Ed è subito un fiume in piena. Esordisce col dichiararsi insoddisfatto e preoccupato. Il suo cruccio, non da oggi, è la
formazione e, quindi, la scuola: è diventata ormai un progettificio, a tutto
discapito della didattica.
In Italia – dice – oggi non si
conosce la storia, la geografia e la stessa lingua italiana. Rispetto al
passato vi sono forse più conoscenze, ma ciò che manca è la cultura. Sono
cambiati i punti di riferimento: oggi sono le trasmissioni spazzatura a dettare
la linea ed a fare opinione. Prima – continua il magistrato – gli insegnanti erano considerati e vissuti
come dei portatori di valori. Oggi,
soprattutto dai più giovani, drogati dalla società dello spettacolo e
dell’emulazione conformista e materialista, gli insegnanti, e quelli italiani
sono i meno pagati d’Europa, vengono
visti come degli sfigati. Quelli cioè – spiega – che a scuola non arrivano
col SUV da oltre 50 mila euro, magari come il delinquente locale, ma con una
piccola utilitaria! La scuola paga i
danni di scelte errate fatte da tutti i governi che si sono succeduti. La politica
preferisce un popolo ignorante, che non pensa e che non ragiona, ma che si
diverte davanti a tronisti e soubrette. I cosiddetti tagli lineari, del resto,
quelli che spesso colpiscono proprio la scuola e a cultura, in tanto ci sono in
quanto la politica non ha il coraggio di entrare nel merito. Ma è la stessa
famiglia, i genitori spesso col senso di colpa, che, in questa involuzione,
hanno una pesante corresponsabilità.
La nostra generazione può considerarsi fallita – scandisce con
amarezza – perché non siamo stati in grado di lasciare alle nuove generazioni
una società migliore di quella ereditata.
Le università – aggiunge – sono finanziate, in base ad un
meccanismo perverso, sulla base del maggior numero di iscritti. Il 30 di una volta equivale oggi a 25,
il motivo è chiaro. Ecco perché – prosegue il magistrato rivolgendosi agli
studenti – se non andrete oltre il 20,
come voto, lasciate subito, cambiate, fate altro. Ci sono tante terre
incolte e c’è tanto da fare ed inventarsi. Senza
avere paura della raccomandazione – precisa rispondendo ad alcune
sollecitazioni dal pubblico. Perché per i figli di nessuno ci sono tantissime
occasioni, la ricetta è studiare, seriamente e sempre.
D’altronde – conclude – non è affatto conveniente diventare ‘ndranghetisti.
Non lo è da nessun punto di vista. Tanto meno dal punto di vista economico. Solo i capi sono ricchi, tutti gli altri,
se vivi, restano dei garzoni e braccati a vita. Ogni tanto – aggiunge
GRATTERI – quando sento parlare qualche collega di mafie sconfitte, vorrei
invitarli a stare zitti, perché la ‘ndrangheta ascoltando queste affermazioni,
se la ride! Ad ogni competizione elettorale – conclude – mi invitano a
candidarmi e io dico di no. Mi ritengo
molto più utile nel lavoro che faccio e mi sento così orgoglioso dal poter
accettare, da parlamentare, di essere costretto a fare lo schiaccia-bottoni su
ordine del capo politico di turno.
Rossano: Scuola, Nicola Gratteri: è diventata un progettificio
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