RDT, Rossanesi bentornati nell'ottocento
Sotto gli sguardi apparentemente indifferenti dei
rossanesi, sono ormai molti fine settimana che le torri di
Sant'Irene sbuffano inebriando il cielo con benefico vapore
bianco.
Già, perché ora, grazie a complesse e ultra
inquinanti formule chimiche, il fumo nero che un tempo vedevamo
uscire dalle ciminiere degli impianti industriali diventa bianco
come i vapori di una sauna rilassante, se non addirittura
trasparente.
A questo punto rivolgiamo delle domande che
richiedono risposte immediate da parte di Enel, senza le quali
ognuno è autorizzato a pensar male.
Quando si è parlato della famosa petroliera che
avrebbe dovuto attraccare al porto di Corigliano carica di olio
per riempire i mega-serbatoi della Centrale, l'azienda ha
rassicurato tutti dicendo che non c'era nessuna intenzione di
riaccendere il mostro di Sant'Irene. Dunque quali attività sta
svolgendo la centrale?
Non esiste nessuna emergenza energetica
nazionale, visto che in queste settimane la media del fabbisogno
italiano si attesta intorno ai 30.000 megawatt, mentre la potenza
netta installata è di circa 180.000 megawatt, indi per cui nulla
giustifica l'eventuale messa in funzione di una centrale costruita
mezzo secolo fa, con sistemi di combustione, di controllo e di
filtraggio di mezzo secolo fa. Quindi, perché? Forse si vuole
punire il territorio per aver detto no alla riconversione
ottocentesca proposta dalla multinazionale?
E cosa c'è in quel vapore? Agli ultimi dati in
nostro possesso, ovvero quello dei registri europei, la centrale
emetteva negli anni scorsi fumi con 920 mila chili di monossido di
carbonio, 2.300 mila chili di ossido di azoto (Nox), 1.500 mila
chili di ossido di zolfo (SOx), 133 chili di nichel, 177 mila
chili di gas organici ultra inquinanti, più di due miliardi di
chili di CO2: nulla a che vedere con i vapori di una sauna
insomma, tutto terribilmente inquinante e dannoso per la nostra
salute e, a dire il vero, nel registro mancano tanti altri metalli
e composti pericolosissimi. Pensare che ci sono “sostenitori”
dell'azienda, sparutissimi a dire il vero, che affermano
addirittura che la centrale sia un baluardo di tutela
dell'ambiente. Chi controlla le emissioni della centrale? Chi
tutela i cittadini e dove è la trasparenza? Perché i cittadini non
sanno quello che respirano, non sanno in che mare nuotano, non
sanno quello che si mangiano? Perché è permesso ad un colosso come
Enel di svolgere le proprie attività, che sono terribilmente
impattanti per il nostro territorio, senza dover rendere conto a
nessuno, senza dover nemmeno informare quelli che vivono ai piedi
della centrale?
Il colonialismo di Enel fa parte di un capitolo
buio della nostra storia, di cui stiamo pagando pesantissime
conseguenze sanitarie ed economiche. Ma oggi il nostro territorio
non è più una colonia delle multinazionali o della burocrazia
clientelare di stato, pretendiamo che i cittadini siano informati
di ogni attività, Enel dia conto alla comunità di Rossano e della
Sibaritide.
Flavio Stasi
Rete per la
Difesa del Territorio “Franco Nisticò”
RDT, Rossanesi bentornati nell'ottocento
Reviewed by Redazione R. e D.
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