Un'altra giornata di festa e di difesa del nostro territorio. Ora pretendiamo risposte.

È accaduto di nuovo
ed
accadrà ancora. Centinaia di cittadini hanno presidiato per
quattro
ore la stazione ferroviaria di Sibari per difendere la dignità
ed il
futuro del nostro territorio, una dignità violata dallo stato
drammatico in cui versano le nostre infrastrutture.
L'arroganza ormai
conclamata delle aziende delle ferrovie (RFI e Trenitalia), le
quali
hanno letteralmente staccato la sibaritide dal resto del
continente,
in complicità con la completa assenza dell'assessore regionale
ai
trasporti, hanno reso la tratta ionica delle ferrovie un
monumento
all'arretratezza ed all'abuso. Sulla nostra terra, infatti, è
colpevolmente negato di fatto un diritto sancito dalla carta
dei
diritti dell'uomo e dai principi della comunità europea, il
diritto
alla mobilità. Non ci sono soldi? Strano, visto i milioni di
euro
che i governi stanno stanziando per la tratta ad alta velocità
Torino – Lione, nonostante l'opposizione delle comunità di
quei
luoghi.
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I binari da “far
west”
che attraversano la piana sono stati invasi da cittadini a
testa
alta, tra cui molti studenti medi e studenti universitari, a
cui si
sono unite numerose istituzioni locali tra cui i sindaci di
Cassano,
Cariati e Francavilla. Il dibattito ha fatto emergere
l'esigenza di
continuare un percorso unitario, civile ma determinato, tra
istituzioni e società civile per interrompere l'isolamento e
l'abbandono della nostra terra, dando inizio ad una stagione
di
valorizzazione delle risorse della sibaritide, tanto
abbondanti
quanto dolosamente inaccessibili e nascoste.
Il Comitato
Promotore
La presa del
Treno
Perduto
Un'altra giornata di festa e di difesa del nostro territorio. Ora pretendiamo risposte.
Reviewed by Redazione R. e D.
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18:23
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