La Regione è incapace di gestire i rifiuti. Ora dare spazio alla raccolta differenziata gestita dalle comunità.
La
paventata
apertura della Discarica di Scala Coeli, che nelle prossime
settimane
vedrà i comitati territoriali, ma anche numerosi esponenti delle
istituzioni, impegnati nel denunciare alle autorità giudiziarie
le
decine di gravi abusi che si stanno commettendo, ci offre
l'esatta
misura di ciò che oggi è la gestione dei rifiuti in Calabria.
A corredo
di 15
anni di gestione commissariale del Governo, dove però le Giunte
Regionali di ogni colore hanno, di fatto, deciso ogni cosa
coprendosi
dietro il commissario di turno, i provvedimenti contraddittori e
vergognosi di questi giorni dimostrano, senza ormai ombra di
dubbio,
che la gestione dei rifiuti calabra è solo ed esclusivamente a
vantaggio della speculazione privata, senza alcun riguardo per
gli
interessi e per l'incolumità sanitaria dei cittadini. Se il
buongiorno si vede dal mattino, l'inizio della gestione
regionale,
con particolare riferimento all'Assessorato all'Ambiente, è
veramente inquietante.
I comitati
territoriali da tempo propongono e lavorano per una gestione
partecipata e pubblica dei rifiuti, la quale oggi, in piena
emergenza, diventa quanto mai attuale e prioritaria. Lavoreremo
per
un tavolo politico-istituzionale degli amministratori locali del
territorio che scalzi un apparato regionale ormai palesemente
inadeguato, e siamo sicuri che tutti gli amministratori che non
hanno
interessi e correlazioni col business dei rifiuti risponderanno
con
entusiasmo.
Per quanto
riguarda la gestione dell'emergenza attuale, nell'invitare una
serie
di esponenti politici ad evitare di scendere goffamente in
questioni
tecniche (cosa per altro non richiesta al loro ruolo), abbiamo
detto
e ridetto in tutte le sedi che ci sono tutte le condizioni per
superare le criticità senza aggravare lo stato rovinoso del
nostro
territorio, basta puntare sugli impianti esistenti, i quali,
dati
alla mano, caratterizzano una vera e propria truffa ai
cittadini,
oltre a produrre un disastro ambientale.
Impediremo
la
contaminazione di nuovi siti per un semplice motivo:
complementare
alla costruzione di un ciclo di rifiuti dal basso, avvieremo una
lotta senza frontiere per le bonifiche dei tanti disastri
presenti
sul nostro territorio, causati in modo fraudolento
dall'incapacità
della classe dirigente, a partire proprio dal sito di Bucita che
oggi
è sede di impianto e discariche, passando per Olivellosa e
Sant'Irene (Rossano). E' per questo che, pur riconoscendo nella
speculazione privata la causa da estirpare delle centinaia di
contraddizioni negli iter-procedurali degli impianti, non è
“intestandoli al pubblico” che se ne limitano le conseguenze,
per
esempio la localizzazione in zone DOP, senza strade di accesso,
prossima a falda acquifera eccetera eccetera eccetera.
Il nostro
progetto, cristallino ed alla luce del sole, non è gradito ad
una
parte della nostra società che vorrebbe avallare, invece, la
trasformazione della nostra terra nella discarica e periferia
industriale del resto d'Europa, evidentemente per meri interessi
personali o di apparato, e questo non fa che qualificare
magistralmente la nostra proposta. Tuttavia il clima di tensione
creato nelle ultime settimane ci ha indotto a chiedere
ufficialmente
un incontro al Prefetto di Cosenza per delucidazioni a tutela
dell'incolumità dei cittadini e degli associati. Di certo questo
non
cambia di una virgola la nostra documentata proposta per uscire
dall'emergenza e per un nuovo ciclo di rifiuti al servizio dei
cittadini.
Rete
per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò”
La Regione è incapace di gestire i rifiuti. Ora dare spazio alla raccolta differenziata gestita dalle comunità.
Reviewed by Redazione R. e D.
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