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Un bagno di folla, per il nuovo Vescovo di Oppido Mamertina-Palmi mons. Francesco Milito "E’ stato bellissimo! Grazie, Oppido!



Un vero trionfo d’amore. Un bagno di folla, al di là del prevedibile. Il canto litanico, struggente delle “Laudes Regie”. Una festa eccitante, luminarie e addobbi, dappertutto, lancio di petali di rose, fuochi d’artificio. Compostezza e dignità: un incanto, l’abbraccio del nuovo Vescovo calabrese, di Rossano, mons. Francesco Milito, in uno scenario quasi da … favola. A sera, non so quanti se ne saranno accorti, le finestre del Palazzo vescovile, erano illuminate ... Lasciata Rossano, una sosta breve del Vescovo, al porto internazionale di Gioia Tauro, dove lavorano migliaia di persone e altre migliaia senza lavoro o in cassa integrazione; il Rosario nella Basilica di Seminara, della Madonna Nera dei Poveri, con il parroco e un gruppetto di fedeli. L’intreccio: lavoro e preghiera, non è casuale. Altra sosta all’inizio della città di Oppido, accolto dalla Cittadinanza e dalle Autorità civili e militari. Vescovo e Sindaco si abbracciano, si parlano e si sentono già amici: “L’arrivo del Vescovo è un momento di grazia”, dice il primo cittadino di Oppido M. che regalerà poi un calice di alto significato, “perché il nostro territorio ha bisogno di rilancio. Lei rappresenta per la piana di Gioia Tauro, la principale autorità che contribuisce alle individuazioni delle scelte per edificare una società più giusta… Aspettiamo un Vescovo che vivrà in mezzo al popolo e per il popolo”.
“Ho gioito nel sentire l’importanza della Chiesa sul territorio”, risponde il Presule. “L’apice è l’essere umano e la Chiesa s’impegna a mettere al primo posto il bene comune; occorre svegliare le coscienze”, e annuncia che sarà istituita la scuola di formazione della politica: la carità della politica e la politica della carità. E si comincia a seminare.
E ora, finalmente, sono a casa. Siamo a casa nostra. Lo sposo Vescovo Francesco s’incontra con la Chiesa sposa di Oppido–Palmi e insieme iniziano, iniziamo la vita di famiglia, in un clima di gioia condivisa.
Fanno corona a mons. Milito: l’Arcivescovo di Rossano-Cariati, mons.Santo Marcianò, delegato per tale funzione di insediamento, dall’Arcivescovo metropolita di Reggio Calabria, mons.Vittorio Mondello, per presentare il nuovo pastore che “ha operato attentamente e sapientemente mostrando doti umane, cristiane, sacerdotali e indole di zelo ecumenico”; mons.Luigi Renzi, Vescovo di Mileto, Nicotera e Tropea, mons.Giuseppe Fiorini Morisani, Vescovo di Locri-Gerace, mons.Vincenzo Rimedio, Vescovo emerito di Lamezia. Circa centocinquanta tra sacerdoti, religiosi e diaconi.
Molti Sindaci della Piana, il Prefetto della Provincia di Reggio Calabria, Autorità civili e militari, i Cavalieri e le Dame del Santo sepolcro. La cattedrale scoppia in un pieno mai visto, è splendida, ricca di storia e di futuro. La solennità ha raggiunto il suo vertice all’interno di una grande e Nuova Famiglia. Nel breve ma toccante saluto al nuovo Vescovo, il Delegato Vescovile, mons. Pino Demasi presenta: “una Chiesa giovane, fondata su radici antiche, quelle di Oppido e Taureana, una Chiesa ricca di memoria e di profezia con i suoi Santi particolari e i suoi Vescovi con il titolo di Oppido-Palmi: Santo Bergamo, Benigno Luigi Papa, Domenico Crusco, Luciano Bux, Francesco Milito”.
“Una Chiesa viva, dove le pietre della vecchia Oppido e dell’antica Taureana, come le ossa aride di Ezechiele, si va trasformando sempre più in pietre vive, in uomini e donne che scoprono Dio come fonte della speranza e come ragione della vita. “Una Chiesa”, continua Demasi “non introversa ma estroversa, radicata sulla Parola di Dio, dentro i solchi della storia, capace di passare il guado con tanti sacerdoti, religiosi, religiose e laici singoli e associati”.  Augura al Vescovo: “lo sguardo di fede dell’uomo della Bibbia, la compassione di Cristo, l’entusiasmo dei Santi, la missione dei profeti, la sollecitudine della Vergine, con un grande bisogno di un cuore di Padre”.
L’Omelia, undici fitte cartelle, si presenta come una tessitura. E più che Omelia, è una lectio magistrale. “Per l’invidia del diavolo, la morte è entrata nel mondo, la nostra abbondanza supplisca all’indigenza dei fratelli poveri. Il Salvatore nostro, Cristo Gesù, ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo”, spiega il Presule nella sua lectio sullo sfondo suggestivo della Parola di Gesù: Talità kum! Fanciulla a te lo dico, Risorgi. Comincia piano, il Vescovo, dicendo “Grazie Oppido”; gratitudine ai Vescovi presenti e a mons. Luciano Bux, ritornato a Bari, suo successore, per il lavoro svolto nel governo della Chiesa. Il Vescovo comincia ad aprire cammini di comunione”.
Anche la parola, carissimi, egli accarezza, fissandone il significato originario, per entrare più in intimità in ciò che stiamo celebrando: amati di un amore discendente, graduale, operativo dal mondo della luce e della vita con una circolarità che, partendo da Cristo, come modello e fonte nell’amore fraterno, chiude il cerchio dei rapporti fra il Padre, il Figlio e i suoi seguaci e istituisce fra di essi una comunione che non è di questo mondo: “una comunione che ha come fondamento l’amore di Dio” e come legge intrinseca, la permanenza in questo amore. Intanto, “è Gesù che ci ama per primo”.
Egli mette a fuoco, la fraternità e la folla. L’amore fraterno deve essere attuato da Gesù nelle forme più singolari, piene e potenti. Fraternità e folla attraversano Gesù. Tutti, intorno a Gesù, per fare con lui un cammino nella itineranza di Maestro e guaritore.
A questo punto subentra la Chiesa, come scuola e famiglia, dove l’uno non può fare a meno dell’altro. Gesù ci dà lezioni di vita. Gesù ama stare con la folla. Questa segue, stupita e ammirata, il suo insegnamento, diverso e autorevole, rispetto a quello dei capi religiosi, diventando inconsapevole barriera di difesa, contro atti proditori e tentativi di cattura”.
Gesù non asseconda mire e pretese, sottolinea il Vescovo, mantenendo un atteggiamento illuminato e critico nel correggere deviate interpretazioni sul suo conto, e usando anche parole ferme e dure quando l’esperienza religiosa pura di Israele, si manifestava corrotta”. Ma è sempre, l’ “amore correttivo e salvifico a muoverlo, tanto accorato è il suo insegnamento perché si ritorni alla purezza delle fede autentica”.
Più apertamente, mons. Milito vorrebbe che il rapporto tra lui con i presbiteri e con il popolo di Dio nostra famiglia, “a partire da questa Eucarestia inaugurale, possa crescere ogni giorno in modo organico, ordinato, collaborativo, teso soltanto al vero bene terreno e alla beatitudine eterna”. Egli invita alla coesione, “all’adesione di cuore e apertura intelligente, sotto l’illuminazione dello Spirito e la condivisione filiale e docile alle indicazioni della Chiesa Madre e Maestra”.
Allora, il cammino sarà spedito e sereno. E’ così che la promozione della Nuova Evangelizzazione, dimensione eletta della nostra pastorale negli anni prossimi, ha qui un terreno da rivoltare in profondità. L’immersione tra la folla e con la folla, “non fa da schermo a Gesù nel rapporto con la persona che ha davanti; cerca la donna che l’ha toccato, tocca la bambina che vede immobile rivolgendo loro la parola appropriata”.
Guardando in alto e in basso, cioè al bisogno dell’incontro con Cristo, credendo alla sua potenza risanatrice e salvatrice: farsi avanti, avvicinarsi a Lui, creare un primo contatto esterno.
“Premio a tanta fede, sarà la guarigione”. Se non scatta l’aggancio diretto con Gesù, “si resta anonimi tra la folla, ai margini e sulla soglia dell’ora decisiva della grazia, che cambia completamente la vita”.
I casi che si presentano sono di livelli estremi: una ragazza di 12 anni in fin di vita, una donna emorragica da 12 anni. E’ questo il momento della speranza e poi il momento della fede che salva: “Và in pace e sii guarita dal tuo male”. La fede vince perché è salda la libertà dell’uomo e benevolenza a Dio in un connubio sicuro. L’opera della Chiesa, a favore della vita, altro non è che la fedeltà al mandato di esserne custode, gelosa e profetica. Tutta la verità deve venir fuori, spiega mons. Milito.
Questo sembra già un progetto antropologico, sociologico e cristocentrico. “Se Gesù è il Signore della vita, non lascia inevasa la supplica di salvezza”. Il motivo dominante della lectio magistrale è “il contatto diretto con Gesù, la ricerca di una relazione personale, l’instaurarsi di un rapporto che sia efficace”.
 “L’Anno della Fede”, egli sottolinea, “sarà un tempo propizio di verifica nei confronti dell’adesione sincera alle consegne avute nel Battesimo e rinnovate nei Sacramenti della vita cristiana”. La cattedra del Vescovo … brucia, per la sfida, o emergenza educativa, che abbiamo davanti, “oltre tutte le strategie da porre in essere come le più rispondenti all’opera da compiere; bisogna farsene carico davanti a Gesù, salvatore ed educatore e amante dei piccoli. “Si tratta di uno dei compiti più urgenti dell’impegno del cristiano nel sociale”, che interroga tutti con una costante solidarietà di molte figure educative.
II Presule, che ama anche lui la folla, intende “immergersi” nel territorio senza isolarsi in un auto-prigionia, limitando tutto al materiale sensibile senza apertura alla potenza dell’invisibile divino. La certezza di quest’Onnipotenza è data dal comportamento di Gesù, sempre amorevolmente critico verso chi trama, ha paura, si agita, come se l’irreparabile dovesse avere il sopravvento sulla signoria di Dio.
Sparge subito semi, apre strade, il Presule calabrese, con coraggio, amore e docilità allo Spirito e con tutto l’entusiasmo per la chiamata di Gesù ad essere apostolo.
Infine, la riscoperta del Concilio Vaticano, a cinquant’anni dalla sua celebrazione, aiuti a riscoprire le motivazioni profonde del rapporto corretto della Chiesa con il mondo contemporaneo. E’ molto probabile che mons.Milito detti i ritiri spirituali del clero, ritornando su questi temi innovativi. Incandescenti.
“Ci afferri la mano dell’Annunziata, come un giorno fece con il piccolo Gesù per le strade della Palestina; ci sia di forte sostegno la schiera dei nostri Santi, cieli portatili che hanno imparadisato i luoghi calcati, e i patroni protettori dei nostri Paesi; ci illumini della Trinità Santissima, il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo.
Amen: così crediamo. Amen: così speriamo. Amen: così amiamo
E non cala il sipario. Si aprono finestre.

Un bagno di folla, per il nuovo Vescovo di Oppido Mamertina-Palmi mons. Francesco Milito "E’ stato bellissimo! Grazie, Oppido! Reviewed by Redazione R. e D. on 09:23 Rating: 5

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