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Terra e Popolo: Sibari, Istituto Agrario, Rifiuti, Lavoro. Si decide il destino del territorio.

Noi abbiamo il nostro piano di sviluppo. 

Il silenzio assordante da parte dei responsabili del crimine che si sta perpetrando al sito archeologico di Sibari è l'ennesima dimostrazione di una inadeguatezza profonda e spaventosa da parte della classe dirigente. Da anni cittadini, esperti, associazioni, comitati denunciano lo stato di abbandono del parco archeologico. Istituzioni di ogni colore, con particolare riferimento ai governi regionali e nazionali, con l'assoluto disinteresse nei confronti delle risorse del nostro territorio, di cui il parco archeologico è punta di diamante da un punto di vista storico-culturare, non hanno solo insultato la nostra storia, ma hanno danneggiato direttamente l'economia delle nostre comunità.

Le vocazioni della Sibaritide e del sud, sono state sistematicamente ignorate nel corso di decenni, da parte di una classe politica che ha utilizzato il nostro territorio esclusivamente come bacino di voti e come discarica su cui autorizzare le peggiori nefandezze in cambio di strumenti clientelari e potere. Questa è la causa della nostra crisi, la quale non è iniziata alla fine degli anni '90 ma almeno da mezzo secolo.

Basta uno sguardo alle nostre infrastrutture per comprenderlo: quale investimento nelle nostre bellezze, nelle nostre eccellenze, nelle nostre innumerevoli risorse naturalistiche non è destinato al fallimento se per poterle apprezzare si è costretti a viaggi infiniti in treno (con due o tre cambi) o in auto tra le gincane della Salerno – Reggio Calabria o peggio ancora della SS 106? Quale prodotto agricolo potrebbe essere esportato con successo in queste condizioni?

Per le stesse ragioni l'Istituto Tecnico Agrario di Rossano si trova in enormi difficoltà: un istituto che forma esperti in grado di curare e valorizzare la terra e le sue risorse, come potrebbe non essere in difficoltà un un contesto di abbandono e desolazione generale?

Le torri di babele industriali, i fossi a cielo aperto, le discariche legali ed abusive da cui deriva il caos-rifiuti attuale, sono diretta conseguenza di questa situazione, figlie dei ricatto costante nei confronti dei cittadini e delle comunità: il ricatto del lavoro prima di tutto.

Cosa si sta consumando oggi per le strade se non un ricatto: “fateci aprire una discarica o vi lasciamo nuotare nella monnezza”. Così come quello abbiamo registrato nel tentativo di riconversione a carbone della centrale di Rossano, e come registreremo ancora per le trivelle e per altri strampalati progetti ideati appositamente per approfittare ed acuire, nello stesso tempo, il nostro stato di territorio ricattabile.

A questo si aggiunge il ricatto del silenzio: mai osare denunciare, mai osare protestare, mai osare ribellarsi, seppur pacificamente e civilmente. Questo è quanto ci insegna la vicenda delle denunce per la manifestazione in difesa della mobilità pubblica e del tribunale.

Un unico filo conduttore contro un'unica idea e proposta.

Il piano di sviluppo a cui stiamo lavorando attraverso varie vertenze (sanità, tribunale, treni, rifiuti, centrale, corsi d'acqua eccetera) è l'unica via percorribile per uscire dalla nostra crisi secolare e per restituire la dignità che il nostro territorio e la nostra storia merita. Un piano di sviluppo che costruiremo vertenza su vertenza, su cui intendiamo raccogliere tutti i cittadini stufi di togliersi il cappello negli uffici dei potestà per ottenere, sotto forma di favore, il rispetto dei propri diritti.

Tra queste vertenze, certamente, rientra il recupero e la difesa dei siti archeologici, come Sibari e Paludi, e la difesa degli istituti scolastici pubblici, tutti equamente fondamentali per le nostre aspirazioni di rinascita del nostro territorio.



Movimento TERRA e POPOLO
Terra e Popolo: Sibari, Istituto Agrario, Rifiuti, Lavoro. Si decide il destino del territorio. Reviewed by Redazione R. e D. on 18:11 Rating: 5

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